
In buona parte degli alimenti confezionati e delle bevande che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole, sono presenti i conservanti. I conservanti alimentari sono degli elementi che vengono aggiunti ai prodotti per fare in modo che, come dice il nome stesso, sia possibile conservarli più a lungo nel tempo, mantenendo inalterate ovviamente le loro originarie caratteristiche ed evitando il rischio che si formino muffe, batteri o altre tipologie di microrganismi che potrebbero essere davvero molto pericolosi per la nostra salute. Dobbiamo ammettere che non è sempre semplice capire quali conservanti sono presenti negli alimenti. Spesso infatti non li trovate segnalati con il loro vero nome, bensì con una sigla alfanumerica, che va da E200 a E299. Per quanto riguarda i vini, il conservante alimentare in assoluto più diffuso, è il conservante e220 o anidride solforosa. Si tratta insomma dei solfiti, sostanze chimiche queste di cui di sicuro se siete amanti dei vini avete sentito più volte nominare.
I conservanti alimentari come l’E220 sono molto utili, ma è importante sottolineare che si tratta pur sempre di sostanze chimiche che, se assunte in dosi particolarmente elevate, possono portare anche a reazioni avverse di varia tipologia, soprattutto nel caso di persone intolleranti o ipersensibili. In queste persone, l’assunzione dei solfiti in modo massiccio può portare a mal di testa, problemi cutanei come irritazioni, arrossamenti e prurito intenso, disturbi digestivi e una sensazione davvero molto intensa di stanchezza. In alcuni casi però è anche possibile incorrere in problemi respiratori anche piuttosto gravi, soprattutto per le persone asmatiche o che hanno già altre malattie respiratore in corso. Per evitare l’insorgere di problemi di questa tipologia, sarebbe opportuno secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità consumare per ogni chilogrammo del proprio peso corporeo un massimo di 0,7 mg di solfiti. Ma dovete considerare che per raggiungere una quantità di questa tipologia, ad un uomo di peso medio bastano appena 2 bicchieri di vino, senza dimenticare poi che i solfiti sono presenti anche in molti altri alimenti di consumo quotidiano. Questo significa che la dose consigliata viene quasi sempre superata.
La cosa migliore da fare per riuscire ad evitare il rischio di problemi di questa tipologia, è quindi andare alla ricerca di prodotti che contengano una bassa quantità di solfiti, la quantità insomma minima sufficiente per riuscire ad evitare il deperimento di quell’alimento. E per quanto riguarda i vini, sono disponibili in commercio delle versioni che possiedono basse quantità di solfiti? Sì, sono disponibili oggi in commercio dei vini naturali e biologici che contengono una minore quantità di solfiti, senza dimenticare poi che non contengono in modo massiccio neanche metalli pesanti o residui di sostanze chimiche. Sì, perché questi vini vengono prodotti con uve che non sono state trattate chimicamente né per concimarle né per eliminare eventuali parassiti presenti, in modo insomma quanto più naturale possibile. Solitamente non vengono aggiunte sostanze chimiche, pensate, neanche al momento della fermentazione e della trasformazione quindi delle uve in vino a tutti gli effetti. Si tratta insomma di vini molto più salutari, oltre che sostenibili dal punto di vista ambientale, che a nostro avviso meritano assolutamente di essere presi in considerazione.